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Studio Azzurro è un gruppo di ricerca artistica, che si esprime con i linguaggi delle nuove tecnologie. E’ stato fondato a Milano nel 1982 da Fabio Cirifino (fotografia), Paolo Rosa (arti visive e cinema) e Leonardo Sangiorgi (grafica e animazione). Nel 1995 si è unito al gruppo Stefano Roveda, esperto in sistemi informatici e tecnologie interattive.
Fin dagli esordi, nel continuo dialogo tra competenze diverse, abbracciando i vari campi del sapere, dalle scienze alle arti, alla filosofia, e muovendosi tra videoambienti, ambienti sensibili e interattivi, performance teatrali e film, si propone di ricreare una sorta di spazio di elaborazione creativa, aperto e dinamico, impegnato nel tentativo non semplice di ricucire la profonda frattura fra arti, scienza e società.
"Trittico Marghera", video sincronizzato, 2000, 21' 35"
Tre riquadri si aprono nel buio e lasciano emergere gli immensi spazi di Porto Marghera (dal veneziano “mar-ghe-gera” ossia “c'era il mare”, ad indicare la trasformazione dell'originario ambiente naturale delle lagune che emerge dall'acqua con la bassa marea).
Più punti di vista, come anelli di una catena, proposti contemporaneamente, come occhi vaganti nello spazio che osservano e indagano: «a volte coincidono come succede allo sguardo, altre si dissociano come avviene nel pensiero», “danzando” in una sincronia disseminata di sfasamenti, che “scorre” l’ambiente, frammentandolo e spaesandolo nel passaggio/paesaggio da un riquadro ad un altro, fino a formare, negli incastri visivi, ambienti mobili di grande suggestione. «Il nostro vedere si materializza sui tre schermi che sincronizzano le impressioni, le emozioni e le paure» generando frammenti di surrealtà tra le maglie della realtà.
Tre finestre su un luogo che nella “differenza” emergente dalla tri-ocularità, “espande il suo corpo”, lo muta aggiungendo ai dettagli presenti dettagli che si presentano nella triplice audio-visione, nel processo di esplorazione degli ambienti dismessi. Lo spettatore è condotto in un viaggio che, fluido e ritmico, lo trasporta a diverse velocità, tra le architetture industriali, i viali, i suoni, dal macro al micro, dall’industriale al naturale, tra «le grandi cattedrali, gli intrecci arrugginiti, i bunker di cemento armato insidiati da minuscole fessure, piccoli paradisi per nuova vegetazione» e la fauna che striscia sulla terra, la quale riconquista i territori che gli erano stati sottratti. «Piccole impronte che si scontrano- e si incontrano- con gli immensi spazi –solo in apparenza- vuoti o devastati». «Lo sguardo –infatti- indaga, ricerca e “riquadra” le microscopiche presenze nelle pozze, sotto le polveri, tra la leggerezza delle piume.» Si scopre e si riscopre lo spazio con le sue forme e le sue materie, ma anche il tempo, che si insinua e viaggia tra presente e passato, tra ciò che resta, le strutture come traccia di quello che è stato e ciò che era, rivisto (e udito) nelle immagini e nei suoni di un tempo in cui l’area pullulava di persone e si muoveva ai frenetici ritmi del lavoro. Presenza e assenza si intrecciano e il medesimo luogo si svela come una stratificazione dei luoghi diversi che sono andati a sovrapporsi nel tempo.
progetto: Fabio Cirifino, Paolo Rosa
regia: Paolo Rosa
fotografia: Fabio Cirifino
operatore: Mario Coccimiglio
montaggio sincronizzato: Fanny Molteni
collaborazione alle riprese: Fanny Molteni, Antonio Di Napoli
coordinamento organizzativo: Rita Bertoni
produzione: Studio Azzurro per Comune di Venezia
caratteristiche tecniche: immagini sincronizzate su 3 schermi
prima presentazione: “Identificazione di un paesaggio”, Padiglione Antares – Marghera