Biografia/Curriculum: https://sarahbuckius.com/bio
Sito: http://www.sarahbuckius.com/
Sarah Buckius è un' artista multimediale ed insegnante, è nata nel 1979 ad Urbana, nell'Illinois, e attualmente vive ad Ann Arbor, Michigan. Insegna, come Assistant Professor in fotografia, presso la Michigan State University. In precedenza ha insegnato Arti Visive e Technology Program presso l'University of Michigan School of Art & Design, Eastern Michigan University School of Art, e Washtenaw Community College.
Il suo lavoro, che intreccia fotografia creativa, video, performance, animazione e installazione, è stato esposto a livello nazionale ed internazionale.
"Trapped Inside Pixels", 2008, 53'' (loop)
Questa animazione combina performance, video e fotografia per trasformare digitalmente i movimenti umani creando pattern caleidoscopici. Questo lavoro esplora le modalità con le quali il medium digitale usa la replicazione per riconfigurare un singolo movimento del corpo digitalizzato in infinite mutazioni animate.
Una minimale texture di “pixel” agita l’interno dello schermo, minute figure umane (la medesima moltiplicata e proposta da diversi punti di vista) esplorano lo spazio delle cellette in cui sono intrappolate… Metafora delle vite incasellate nelle maglie di un sistema regolato da una routine immutabile... L’una non conosce lo spazio dell’altra ma viste da uno sguardo esterno compongono una dimensione collettiva e inconsapevole. Un'interessante studio della relazione tra movimento del corpo e post-produzione digitale.
«Una minimale texture di “pixel” agita l’interno dello schermo, minute figure umane (la medesima moltiplicata e proposta da diversi punti di vista) esplorano lo spazio delle cellette in cui sono intrappolate… Metafora delle vite incasellate nelle maglie di un sistema regolato da una routine immutabile... L’una non conosce lo spazio dell’altra ma viste da uno sguardo esterno compongono una dimensione collettiva e inconsapevole. Un'interessante studio della relazione tra movimento del corpo e post-produzione digitale.»
Veronica D’Auria