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Alessandro Amaducci

Biografia/Curiculum: http://www.alessandroamaducci.net/bio
Sito: http://www.alessandroamaducci.net/



Nato nel 1967 a Torino, dove vive e lavora.

Laureato presso l’Università degli Studi di Torino in Storia e Critica del Cinema è ricercatore presso il Dams di Torino, critico e videoartista.

Dal 1988 al 1992 ha collaborato presso il Centro Arti Visive Archimede di Torino, realizzando corsi di analisi dell’immagine, di teoria del montaggio, di pratica del video, e di storia e teoria della videoarte, oltre a curare attività didattiche di approccio al video in scuole elementari e medie e per portatori di handicap. Dal 1991 al 1998 collabora presso l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino. Fra il 1994 e il 1999 insegna Produzione di Audiovisivi all’interno del corso di Computer Grafica presso l’Istituto Europeo del Design di Milano, nonché in numerosi corsi di formazione professionale a Torino. Fra il 1995 e il 1997 ho collaborato presso il teatro Juvarra di Torino alla realizzazione di tre corsi di formazione professionale sulla scenografia elettronica e sul videoteatro.

Ha preso parte a numerosissimi festival internazionali tra i quali citiamo: The Scientist, Ferrara; Festival IDN- Image, Dance and New Media, Barcelona; Arte Video Roma Festival, Roma; FIVA-Festival Internacional de Videoarte, Santa Fe, Argentina; Videoformes, Clermont Ferrand, Francia; Festival Internacional de Vídeo, Performance e Tecnologias, Lisbona; ed ha esposto in diversi spazi espositivi in tutto il mondo.







 

"Pagan Inner", 2010, 6’26’’


«Una danza macabra per celebrare il rischio della vita» e quindi la vita stessa. «Niente - infatti - come l’idea del limite finale ci rende consapevoli del fatto che siamo creature viventi.»
La "danza degli scheletri" è un’immagine antica, un tema iconografico tardo medievale, che mette in stretta relazione l’idea della vita con quella della morte. La coreografia unisce la coppia di danzatori, i due “opposti”, e li lega in un passo a due in cui non possono che trovarsi di fronte e guardare l’altro; simbolizzando il fatto che la vita stessa è un costante duetto con la morte.
«La versione della "danza macabra" in cui una donna danza con uno scheletro, è un’immagine archetipica che va ancora più a fondo.» La donna culla della vita, simbolo della fecondità, si confronta con il suo limite fisico con la sua impossibilità di trascendere la morte, anche nel generare la vita infatti ella ne determina l’inizio ma, ad ogni inizio consegue una fine.

Un “memento mori”, un conturbante richiamo all’ineluttabilità della morte e all’inesorabile caducità dell’unità che ci definisce in quanto individui, destino a cui nessun essere vivente può sottrarsi. Un’allegoria esistenziale in cui dall’unione degli opposti nasce l’accettazione del tutto che proclama sé stesso, l’appartenenza al ciclo vitale.
«E’ solo una questione di consapevolezza.»



Video e musica: Alessandro Amaducci
Dancer: Caterina Genta

Alessandro Amaducci, "“Anatomy theater”, 2012, 3’30’’

L'interno del corpo è stato a lungo un mistero per l’uomo; ciò spiega la numerosa presenza nella storia dell’arte di rappresentazioni non realistiche del nostro corpo. L’anatomia ne ha poi prodotto numerose immagini, splendide e crude allo stesso tempo. Per molti artisti l’anatomia rappresenta un fantastico viaggio tra sogno e realtà: nel video l’artista elabora la sua personale sensazione di meraviglia, mistero e fascino.

Un dramma teatrale per attori anatomici.

Video, sounds: Alessandro Amaducci; Choreography, dance: Eurinome

Alessandro Amaducci, "Black Data", 2012, 4’05’

Il mondo onirico è l'errore più affascinante dell'era digitale. Incontrando figure archetipiche, la macchina diventa una sorta di tecno-madre che porta alla vita sogni e incubi. L'androgino è l'unione fra inconscio e tecnologia. Dati neri sul tuo computer.

 

video, music: Alessandro Amaducci
presences: Paola Chiama, Eleonora Manca

Alessandro Amaducci, "A Tell-Tale Heart"
2010, 3'31''

Una macchina misteriosa costruisce un cuore per una missione sconosciuta.

Alessandro Amaducci, "Fear of Me" 

2008, 5'55'' 

La paura del corpo.

 

«Opera matura concettualmente e non solo tecnicamente, nella quale l’immagine realizzata con il computer -  trattata con perizia calligrafica – si coniuga, efficacemente sul piano espressivo, sia con la drammaticità teatrale del protagonista virtuale sia con una struttura sonora dell’opera non debordante né separata dall’azione. Un’opera che da – finalmente – anima alla computer animation


Marco Maria Gazzano

Alessandro Amaducci, "Greetings from Hell"

2008, 3'25''

Creature fiammeggianti.

Alessandro Amaducci, "Discussion on Death", 2007, 4’

«Nel mondo digitale il limite non esiste più, e così scompare il concetto di morte. Pensiamo di essere tutti immortali. I corpi mutano o trasmutano, la scienza promette ll'eternità, e nel labirinto di specchi che si crea partoriamo noi stessi, creature già disponibili alla mutazione finale. Un viaggio nelle identità dell'immagine.» Riuscendo a lavorare in modo certamente non retorico e mai banale con la maggior parte delle tecniche digitali esistenti Amaducci si confronta con il tema fondamentale della morte, riconsiderato in epoca digitale: con mirabile sapienza compone un flusso audiovisivo tale da evocare potenti suggestioni. Un'esperienza audiovisiva trascinante che ci pone al cospetto di riflessioni cruciali.

 

Video e musica: Alessandro Amaducci

Presenza: Paola Chiama e Morgan Hide

Alessandro Amaducci, "L'urlo"

1991, 1', VHS

Secondo un’antica leggenda egiziana, il dio Ptah avrebbe generato l’universo semplicemente nominando i vari elementi che l’avrebbero composto. Nascita, vita, morte e miracoli dell’immagine video.

 

realizzazione video e suono: Alessandro Amaducci
con: Anna Apostolo, Anita Beltramo, Silvia Bollone, Angela Camerano, Laura Cerutti, Monica Di Marco, Lorella Donna, Bettina Gaudio, Loredana Giaccaria, Ilaria Godino, Yara Mavridis, Nicoletta Polledro, Anna e Francesca Rizzotti, Elena Salamon, Mara Signori
produzione: Centro Arti Visive Archimede

 

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