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Lino Strangis

Biografia/Curriculum: https://www.linostrangis.net/bio
Sito: https://www.linostrangis.net/



Nato a Lamezia Terme nel 1981, vive e lavora a Roma dove si è laureato in Estetica all’Università "Sapienza". E’ un artista intermediale, regista, compositore, musicista polistrumentista, studioso di media ed estetiche contemporanee.
Ha partecipato ad importanti festival e mostre internazionali, personali e collettive, in spazi espositivi di rilievo tra cui: "LipanjePuntin artecontemporanea", Roma; "White Box Museum", Pechino; "MACRO-Museo d’Arte Contemporanea di Roma"; "Sala 1-Centro internazionale d’Arte Contemporanea", "Fabbrica del Vapore", Milano.











 

"A sense of not to be", 2012, 1’

 


L’opera, che fa preciso riferimento al famoso quadro di R. Magritte, è un tentativo di re-interpretarne il potente portato teorico tramite i linguaggi dell’audiovisione digitale: a partire dall’immagine di una pipa, immortalata nella più classica delle "pose" e scaricata da internet, ho realizzato quest’animazione delle forme, i colori e le luci dell’immagine stessa, (i parametri del suo apparire percepibili dall’apparato visivo umano) cercando di far emergere un fenomeno audiovisivo tale da farsi simbolo mobile dell’ignoto infinito che si cela dietro ogni cosa esistente, al di là dell’apparenza, del nome tramite il quale crediamo di conoscerle, definirle. Non si tratta di semplice citazionismo, bensì di una profonda problematizzazione del concetto proposto dall’artista belga, inteso come uno dei nodi di senso maggiormente rilevanti di tutta la contemporaneità: non c’è la mera intenzione di segnare nuovamente la differenza tra l’oggetto reale e la sua rappresentazione, bensì di scoprire, ben oltre, che anche l’oggetto stesso non è che una rappresentazione, una riduzione dell’essenza delle cose a quello che di esse percepiamo immediatamente o (come nel caso di uno strumento manufatto dall’uomo, come la pipa) della funzione per la quale è stato costruito. Il pensiero di Magritte non è solamente citato ma concretamente sviluppato, alla luce di importanti conferme scientifiche e filosofiche raggiunte successivamente al lavoro di questo artista e tramite le sperimentazioni formali oggi possibili grazie ai nuovi software di elaborazione digitale. L’idea di fondo è ogni cosa trascende continuamente la sua definizione e la famosa pipa, rivisitata al giorno d’oggi, epoca in cui vedere significa credere, è la metafora della odierna necessità dell’uomo di riconsiderare i suoi modi di approcciarsi alla conoscenza.

Video e Musica: Lino Strangis

Lino Strangis, Memorie di un electro-ron
Lino Strangis, "Memorie di un electro-ronin"
2015, 6'08'' 

Lino Strangis, "A New Big Bang"

2012, 4'15'' 

Lino Strangis, "Wake up from the drift"

2012, 4'13''

Lino Strangis, "Odyssey in the sense"

2011, 4’23”

Lino Strangis, "Multidimensional Run"

2011, 6'12''

Lino Strangis, "Battle Plays In Her Mind"

2011, 6'44''

Lino Strangis, "The super eye park"

2010, 6'43”

«Uno spaccato di vegetazione diventa una nuova unità di misura, che indica la nostra capacità non tanto di ricondurre le immagini alla loro fonte d’origine, quando invece di astrarle e applicarle a un nuovo contesto, quello del pattern bidimensionale che si affaccia alla vista come visione onirica: appiattimento della realtà vissuta che non è banalizzazione, ma trasformazione in arte, intesa come forma che suscita emozione.»


Mariagrazia Costantino


«Musica originale per un’opera originale, che sa trattare dal flusso apparentemente inespressivo –  perché eccessivo – delle immagini e dei suoni nel cyberspazio (tv + rete + telefonini) un microframmento di esso, moltiplicandolo, distorcendolo, sovrapponendolo, dilatandolo, metamorfizzandolo, rivisualizzandolo per mezzo delle stesse tecniche “digitali” cui appartiene: rendendolo, infine, poetico; e, per chi ne voglia seguire il ritmo interiore, anche seducentemente significante.»



Marco Maria Gazzano

Lino Strangis, "Ying aoyun"

2009, 3’34”

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